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La crisi dei matrimoni

La crisi dei matrimoni

A rischio il lavoro di centinaia di addetti del settore

Il 2020 verrà sicuramente ricordato come l’anno delle celebrazioni annullate e rimandate, sia in ambito civile che religioso. 

Uno dei settori che maggiormente risentirà di questo tragico momento è sicuramente quello del wedding.

Secondo l'Unione europea delle cooperative (Uecoop) sono circa un milione i posti di lavoro, fra diretti e indotto, messi in crisi dal crack delle cerimonie. Nell'anno della pandemia è stato cancellato 1 matrimonio su 2 rispetto al 2019

 

Con l'ultimo decreto l'esecutivo Draghi ha fissato il calendario delle riaperture, lasciando fuori gli eventi privati: un mondo che raccoglie oltre 90mila imprese e partite Iva, almeno 30 figure professionali. I matrimoni? Nemmeno nominati.

 

 

Questo settore ha registrato nel 2019 un giro d’affari da oltre 60 miliardi di euro, di cui più di 15 miliardi di fatturato diretto del solo settore matrimoni, secondo i dati di Federmep. Gli eventi, inoltre, danno lavoro a circa 30 figure professionali: location, catering, sartorie, fiorai, fotografi, parrucchieri, wedding planner, artigiani, musicisti, solo per citarne alcuni.

 

Il protocollo è già pronto

 

il protocollo prevedeva almeno in una fase iniziale limitazioni molto più restrittive rispetto a quelle previste per qualsiasi altro settore toccato dalle riaperture: “L’obbligo di indossare la mascherina Ffp2, il distanziamento di 2 metri tra i tavoli, la presenza di un Covid manager per ogni 50 persone, il censimento dei partecipanti per garantire il tracciamento, un numero di invitati limitato in base alla superficie della struttura, il divieto di ballo“.

 

Lunedì 26 aprile, la protesta dei lavoratori di matrimoni ed eventi privati toccherà tutte le piazza italiana per chiedere al governo Draghi la certezza di ripartire entro maggio. Speriamo sia la volta buona!


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